Spumante e Prosecco: i vini perfetti per tutte le occasioni più importanti

Spumante e Prosecco: i vini perfetti per tutte le occasioni più importanti

I vini Spumante e Prosecco sono l’ideale per festeggiare con brio, in allegria e tante bollicine, un evento importante o per cominciare una serata o una cena tra amici, assaporando deliziosi stuzzichini e gustosi aperitivi.

In Italia, la produzione di vini frizzanti di qualità elevata è una vera eccellenza, a partire dal Piemonte fino agli splendidi paesaggi UNESCO della Valdobbiadene e Conegliano, passando per la Franciacorta e le colline della Valpolicella, ai piedi delle Prealpi veronesi, fino ad arrivare alla Sicilia e alle alture della Sardegna.

Sebbene i vini Spumante e Prosecco siano molto simili e vengano spesso confusi, esistono delle differenze sostanziali che è bene conoscere per apprezzarli al meglio e abbinarli ai tanti gusti e sapori della migliore cucina italiana.

Il vino Spumante: caratteristiche e peculiarità

Con il termine “Spumante” si identificano alcuni vini speciali frizzanti bianchi o rossi, tra cui lo Champagne, il Lambrusco e i vini dell’Oltrepò Pavese, caratterizzati da una particolare effervescenza, chiamata “perlage”, e dalla “spuma”, prodotti dall’anidride carbonica in essi disciolta.

I vini Spumante naturali, come ad esempio l’Alta Langa DOCG Brut, sono di qualità superiore e l’anidride carbonica viene prodotta spontaneamente durante il processo di doppia fermentazione, che può avvenire in bottiglia o in autoclave in base al metodo di produzione, mentre negli Spumanti gassificati l’anidride carbonica viene aggiunta artificialmente, risultando meno pregiati e decisamente più economici.

Il metodo classico, tradizionale o champenoise, prevede che la rifermentazione naturale avvenga in bottiglia e si utilizzino solo vitigni a bacca bianca o nera, come lo Chardonnay, il Pinot nero, bianco e grigio, il Pinot Meunier e il Riesling, ma anche altri vitigni italiani autoctoni come il Verdicchio marchigiano, il Torbato sardo e l'Inzolia siciliano.

Il metodo Martinotti o Charmat, conosciuto anche come “metodo italiano” è il più diffuso al mondo e prevede che la rifermentazione avvenga in autoclave. Generalmente, si preferisce utilizzare uve aromatiche come il Moscato, la Malvasia, la Glera, il Brachetto e l’Aleatico, ma con questo metodo si può ottenere il vino Spumante anche con tantissime altre varietà e per questo motivo viene applicato anche in altri paesi nel mondo, come ad esempio gli Stati Uniti o i Paesi dell’Europa Orientale.

Oltre al metodo, le condizioni climatiche e territoriali, in cui vengono coltivate le uve, ricoprono una notevole importanza. Dal punto di vista delle temperature, nell’area di coltivazione ci deve essere un’elevata escursione tra il giorno e la notte, e i vitigni devono crescere con una buona esposizione alla luce e in terreni preferibilmente calcarei e ben drenati. In questo modo, le uve acquisteranno il giusto grado di acidità e ottimi bouquet fragranti e aromatici.

Infine, in base al residuo zuccherino presente nel vino, il regolamento UE n. 607/2009-allegato XIV, prevede che i vini Spumante vengano classificati come Pas dosé, apprezzato soprattutto dagli appassionati, Extra Brut, Brut, Extra Dry, dal gusto arrotondato da una lieve nota più dolce, Dry, Demi-sec e Dolce, in cui il sapore zuccherino è predominante rispetto agli altri.

Il Prosecco è uno Spumante?

Il Prosecco rientra nella categoria dei vini Spumante, ma può essere prodotto solo seguendo un rigido disciplinare DOC o DOCG e utilizzando determinate uve, prodotte in una particolare area geografica, compresa tra il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia.

Negli ultimi anni, il Prosecco sta conoscendo un notevole successo e attualmente è il vino Spumante più esportato all’estero, tanto da aver superato lo Champagne per numero di bottiglie vendute a livello internazionale.

Secondo alcuni documenti storici, questa tipologia di vino veniva già prodotta in epoca romana, perché si credeva possedesse doti medicinali. Per distinguerlo da altre produzioni vinicole locali, nel XVI secolo venne definita l’area di produzione, identificata dal Castello di Prosecco, a poca distanza da Trieste.

Il termine "Prosecco", riferito a una particolare tipologia di vino, fece la sua prima comparsa molto più tardi, nel 1754, quando venne citato nel poemetto Il Roccolo di Valeriano Canati, pubblicato con lo pseudonimo di Aureliano Acanti.

Con il passare del tempo, l’antica denominazione è stata mantenuta, nonostante la produzione sia stata progressivamente spostata nell’attuale provincia di Treviso, tra le colline Patrimonio UNESCO di Conegliano e Valdobbiadene, e anche in alcune aree del Piemonte.

Il Prosecco è diventato un vino sempre più popolare a partire dagli anni Novanta e oggi si possono contare più di 8000 cantine e 269 case produttrici per un valore commerciale complessivo di oltre 3 miliardi di euro, superando nelle vendite anche lo champagne, nonostante si tratti di due vini con caratteristiche organolettiche e sensoriali molto diverse.

Per la vinificazione delle uve Glera, Verdiso e Pinot bianco, grigio e nero, i produttori si affidano esclusivamente al metodo Charmat, che prevede la rifermentazione in autoclave: dopo la prima fermentazione, il vino viene trasferito in appositi fermentatori in acciaio inox, dove avverrà la fermentazione successiva. Questa operazione di trasferimento agevola l’accumulo e la produzione di anidride carbonica, donando al vino le caratteristiche di freschezza e aroma fresco e stuzzicante.

Il disciplinare ha previsto tre tipologie di Prosecco: il tradizionale Prosecco tranquillo e fermo, già presente sul mercato dagli anni Cinquanta del secolo scorso, frizzante e Spumante. La differenza sostanziale tra la versione Spumante e frizzante risiede nel tipo di fermentazione naturale, che per la versione Spumante sarà esclusivamente in autoclave, mentre per quella frizzante si può ottenere sia in bottiglia sia in autoclave.

A partire dal 2020, nel disciplinare è stata inserita la nuova tipologia di Prosecco Spumante rosé, prodotta mescolando uve Glera e Pinot nero nelle versioni brut nature, extra-brut, brut, extra-dry, che possono esaltare il sapore delicato del pesce, ma anche deliziosi antipasti, squisiti aperitivi e dessert.

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